di Stefano Gurrera / per Cronache di Gusto
Boschi di castagno, querce e ginestre.
E’ di questa natura il recinto perimetrale dell’azienda Tenuta Monte Gorna sul versante sud-est dell’Etna nella contrada, da cui l’azienda prende il nome, ubicata nella zona D, ovvero l’ultima fascia perimetrale del Parco dell’Etna, appena fuori da Trecastagni a 760 metri s.l.m. E dove lì, i suoli sono di origine vulcanica, sabbiosi, ricchi di scheletro e di sostanze organiche. Humus ideale dove far “covare” il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio. E la famiglia Licciardello, di origini acesi ma residente oggi in provincia di Enna, lo sa bene. Da tre generazioni lo coltiva con amore e ci tiene a farlo sapere.
Il penultimo discendente, Rosario, di 56 anni, tanti quanti ne ha il suo vigneto è oggi il titolare dell’ azienda, sotto la griffe Tenuta Monte Gorna, ben lo specifica: ”Antica passione per il vino”. E a voce lo pronunzia con un pizzico di malinconia: perché il patrimonio familiare “registrava qualche decennio fa un’entità più consistente dei due ettari oggi vitati, ma questo non limita i programmi del nostro business plan il cui obiettivo finale mira a raggiungere nel giro di alcuni anni 70mila bottiglie e almeno due etichette. Adesso vinifichiamo poche migliaia di bottiglie, un Doc Rosso dell’Etna con l’80% di Mascalese e 20 di Nerello Cappuccio. Nel 2009 la nostra prima produzione senza alcuna pretesa di alimentare ambizioni di mercato ma col solo scopo di raggiungere un livello qualitativo degno dei programmi che ci siamo prefissi. E la partecipazione al concorso al 39° Concorso enologico nazionale Premio Douja d’Or 2011 Asti, doveva esser un primo banco di prova. E lì, aver vinto una medaglia d’oro è la vidimazione che il nostro cammino verso il raggiungimento di questi traguardi si è avviato col piede giusto”.
Ecco dunque ancora un esempio di piccole aziende che mirano a crescere. Acquisendo la consapevolezza che “piccolo è bello ma a volte non basta”; che i territori dell’Etna godono di un patrimonio catastale inestimabile e con un montante rivalutativo che cresce di giorno in giorno. E che la comunicazione è li liquido tessutale che rende solida l’immagine di ìun’azienda. “Non mancheremo neppure quest’anno al Vinitaly. Vogliamo per il momento raccogliere solo ed esclusivamente consensi per caricarci di quella giusta energia necessaria per i prossimi passi programmatici”.
Fonte: http://www.cronachedigusto.it/archiviodal-05042011/309-lazienda/7336-licciardello.html
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