A cura di Intravino
Per la prima volta nella storia ho assistito ad una degustazione di Etna senza nessuno che nominasse la Borgogna: un punto di svolta epocale per un vino che lotta ancora per conquistare i consumatori, e per far capire che la ricerca su qualità e caratterizzazione è incessante. Girando tra i banchi delle aziende (45) presenti a Sorsi dell’Etna è stato possibile capire molto di questo territorio, e della sua realtà non così rosea come viene dipinta a causa della scarsa diversificazione dei mercati di riferimento. Un denominazione fatta di contrade, versanti e tipicità territoriali che mettono in luce un senso e una cultura del terroir invidiabile.
E’ ancora presto per parlare di effettiva zonazione per le 106 contrade. Molti produttori si stanno adeguando di pari passo con la legislazione della DOC, una tra le più complete d’Italia e in costante aggiornamento, per stare dietro alla moltiplicazione di single vineyardimbottigliate. Così non è infrequente trovare produttori da 10 mila bottiglie scarse che si presentano con 7-8 etichette “Etna”: una ricchezza potenziale enorme ma anche spiazzante da comunicare, in un panorama italiano e siciliano generalmente molto più semplificato.
Al-Cantàra (Randazzo, Nord)
Etna Rosso O’scuro scuro 2011: vecchia vigna, note evolute sottobosco e menta, grip sapido finale un poco terroso. 80
Barone di Villagrande (Milo, Est)
Etna Rosso 2011: sapido e minerale, lampone e mirtillo, finale tra sandalo e liquirizia, fresco, medio corpo. 85
Benanti (Viagrande, Sud Est)
Mascalese 2009: piacevole e croccante, finale sapido. 84
Bentivegna Salvatore (Sud, a Biancavilla)
Etna Rosso 2011: lamponi e ribes, ciclamino e pepe, finale contrastato ma stimolante. 82
Calcagno (Arcurìa e Feudo di Mezzo, Nord Est)
Etna Doc 2011 Feudo di Mezzo: ginepro e alloro, non freschissimo, sapido in bocca ma chiude un po’ presto sul tannino; spicca la nota vulcanica. 80
Etna Doc 2010 Feudo di Mezzo: rosmarino e ribes, liquirizia e caco, bocca lavica e finale che spicca. 81
Arcurìa 2011: elegante di cipria e salvia, tannino ben estratto, finale estratto più consistenza.83
Arcurìa 2010: spezia, canfora, nota meno aperta più cassetto e legno, bocca agile ma saporita. 84
Cantine Patria (Castiglione di Sicilia, Nord)
Etna Rosso 2011: lampone e ribes rosso, appuntito ma con mandorla finale, tannino soffice.85
Etna Rosso Riserva 2001: scabro e dimesso, terziario e balsamico, finale un poco arido ma c’è sottigliezza minerale intrigante. 83
Ciro Biondi (Trecastagni, Sud Est)
Outis 2012: vendemmia anticipata, grip grande e ampio, tanta tensione salina, profondo e freschissimo. 87
Cisterna Fuori 2011: armonioso, tanto frutto e materia soave, affumicato e amarena, finale profondo. 90 +
Cottanera (Nord, Passopisciaro)
Rosso 2010: ficcante e speziato, vulcanico e mentolato, bocca fine ma di forza, finale ricco ma non lunghissimo. 87
Custodi delle Vigne dell’Etna (Castiglione di Sicilia, Nord, Moganazzi, Centenaria e Cosentino nella conca di Calderara)
Pistus 2012: da una vigna di sette anni, nord; cemento; polpa di frutto rosso e nero, bocca in evoluzione e croccante ma da decifrare. 85
Aetneus 2008: vigna più vecchia, vino fine e austero, spezie orientali e mentolato. Finale aperto arioso ed elegante. 92
Destro (Randazzo, Nord)
Rosso 2009: frutto e salsedine, fumé e alloro, bocca dimessa ma piacevole. 82
Duca di Salaparuta (Castiglione di Sicilia)
Lavico 2009: a 600 mt, pepe e more, mirtillo e fragola; bocca semplice ma accattivante. 84
Nawari Pinot Nero 2010: da vigne di 10 anni, smalto e acciuga, pepe e alloro, territoriale e interessante. 86
Edomé (Passopisciaro, Nord)
Etna Rosso 2011: spezia pepe e rafano, bocca dalla bella morbidezza, tocco di legno, pulizia nel finale. 86
Etna Rosso 2010: intenso di sottobosco, ginepro e anice, bocca agile ma sinuosa. 85
Etna Rosso 2008: ricco e profondo, minerale, cupo e tostato ma bel frutto, bocca lunga persistente con legno ma molto elegante. 88
Falcone (Sud ovest, Santa Maria di Licodia)
Etna Rosso 2012: lampone e ribes nero, bocca gustosa e sapida, nuovo e promettente. 86
Feudo Cavaliere (Sud)
Rosso 2009: floreale e di bella freschezza, asciutto e pimpante, manca un poco di corpo ma l’aria d’alta quota dona eleganza. 88
Feudo di Gulfa (Sud Ovest Licodia, soleggiato e asciutto)
Rosso 2010: spezie e menta, bel frutto e personalità, maturità e forza, da seguire. 87
Feudo Vagliasindi (Nord, Randazzo 650 mt. slm)
Rosso 2011: dolcezza e spezia, mandorla e fichi secchi, bocca risoluta e saporita anche se non lunghissima. 86
Rosso 2012: intensità e profondità, tocco di legno e balsamico, bocca dal bel frutto anche se tostatura copre un poco; eucalipto e lamponi spuntano bene. 87
Firriato (Nord Est, Castiglione di Sicilia)
Cavanera Rovo delle Coturnie 2010: frutta sotto spirito, amarena e salvia, in bocca smalto e zenzero, non molto vitale. 78
Fischetti (Nord Est, Castiglione di Sicilia – Frazione di Rovittello)
Etna Rosso Moscamento Rovvitello: acciuga e menta, oliva e fragola, bocca un poco polverosa. 79
Frank Cornelissen (Nord Est Solicchiata, Castiglione di Sicilia)
Contadino 2012: naso torvo ma affilato, fragola e canfora, bocca decisa, vulcanica e piacevole. 86
Munjibel 2012: assemblaggio di varie vigne, pepatissimo ficcante e speziato, bocca potentissima e lunga, una detonazione al rallentatore, estremo ma appassionante. 90
Munjabel Montecolla 2012: floreale di lavanda e rosa, bocca struggente, sottile ma incantevole. 94
Girolamo Russo (Nord Est, Castiglione di Sicilia)
A’ Rina: meno fruttato intenso, bocca con un poco di alcol, finale pepato ma l’alcol viene fuori sul corpo esile. 85
Feudo di Mezzo 2011: floreale di lavanda e mirto, bocca dal gran tannino, forza e spessore.89
Feudo 2011: dolcezza e sapidità, bocca straordinaria e forzuta, sempre meraviglioso. 92
Graci (Nord Est, Castiglione di Sicilia, Arcurìa e Passopisciaro)
Etna Rosso 2012: cipria mughetto e more, bocca di succo e pepe, finale allegro. 87
Etna Rosso Quota 600 Arcurìa 2011: succo e sostanza, gelsomino e resine, tannino favoloso e ben colto. 90
Gulfi (Randazzo, Nord Vigna Poggio Monte la Guardia)
Reseca 2007: frutto ricco ed esplosivo, grande freschezza e carnosità. 88
Irene Badalà (Passopisciaro, Castiglione di Sicilia)
Rosso 2012: balsamico con note di more di gelso, corpo e succo, bel finale e sostanza. 87
Rosso 2011: resina e sottobosco, salvia e pepe, bocca più indietro come evoluzione. 84
La Contea (Tremestieri Etneo, Sud Ovest)
Rosso 2011: mirto e ribes, canfora, bocca esile ma fresca. 84
La Gelsomina (Piedimonte Etneo Est)
Pinot Nero 2011: scuro, sottobosco molto vulcano, fresco e tannino ben colto. 87
Rosso della Contea 2011: un po’ di smalto e coccoina, tannino pepato un po’ ruvido ma piacevole. 83
Murgo (Santa Venerina, Est)
Etna Rosso 2011: frutto pepe e menta, bocca saporita ed energica, finale croccante. 87
Pinot Nero 2011: elegante e flessuoso, energico e saporito, ma un poco sottile. 83
Nicosia (Sud Est, Trecastagni 700 mt slm)
Fondo Filara Etna Rosso 2011: mallo di noce e tostatura, bocca di frutto un poco tirato e asciugato, finale di sottobosco e menta. 80
Passocannone (Passopisciaro, Castiglione di Sicilia, Nord Est)
Etna Rosso 2009: smalto e pungente, lamponi sotto spirito, bocca asciugata. 75
Franchetti (Passapisciaro, Castiglione di Sicilia, Nord Est)
Contrada Chiappemagne 2011: di pancia e di cuore, scuro lavico e pepato, finale cangiante e speziato ma con una dolcezza sottesa straordinaria. 94
Franchetti Petit Verdot e Cesanese 2009: inchiostro, cupo, bosco e menta, tannino un poco ruvido. 84
Passopisciaro 2011: blend ispirato e affilato, ginepro e alloro, bocca energica. 87
Pietradolce (Contrada Zottorinoto e Contrada Rampante, Solicchiata, Nord)
Archineri 2011: tocco di tostato, canfora e sandalo, bocca ficcante e profonda. 90
Planeta (Passopisciaro, Castiglione di Sicilia Nord Est)
Eruzione 1614 2011: fine e distinto, bocca placida ma affumicata, un poco esile sul finale ma belle note di chinotto e olive. 85+
Etna Rosso 2012: fragola e senape, bocca spigliata, ben giocato. 86
Tasca d’Almerita (C.da Boccadorzo e c.da Sciaranova Randazzo, Nord Est 750mt)
Ghiaia Nera 2011: tostatura e cacao, ribes nero, bocca sapida e piacevole di arancio rosso.88
Tascante 2010: da vigneti risalenti al 1966, arioso e leggiadro, agrumi e salvia, bocca in fieri ma ben sostenuto. 85
Tenuta delle Terre Nere (Contrada Calderara, Randazzo, Nord Est)
Rosso 2012: frutto e spezia, esplosivo e appagante, grandioso e allegro. 87
Tenuta Mannino dei Plachi (Contrada Juncetto, Sud)
Rosso 2008: piacevole e pepato, appuntito. 84
Tenuta Monte Gorna (Trecastagni, Sud Est)
Rosso 2011: acciaio, fragola e oliva tostata, bocca fresca e spiccia ma ficcante seppur con frutto coperto. 84
Rosso 2011: la barrique si avverte ma non esagera, frutto un po’ dimesso, finale amarognolo.78
Rosso 2010: corpo frutta e sapidità, pepe e noce moscata, bocca agile e felice. 87
Tenuta di Fessina (Rovvitello e Santa Maria di Licodia)
Laenea 2012 (da Santa Maria di Licodia): nerello cappuccio in purezza, floreale lieve ed elegante, stuzzicante e curioso, ben giocato su note di iris e alchechengi. 85
Musmeci 2009: compatto e arcigno, si apre a fatica ma regala note di arancio rosso e mirtillo fresco, bocca pepata di forza e passione, austero e nebbiolesco, per gli amatori del genere.88+
Terrazze dell’Etna (Randazzo, Nord est)
Rosso 2011 Carusu: spinto e tostato, materia però viva e pulsante, bocca un poco asciugata ma interessante. 86
Rosso 2010: un poco spento, ma molto vulcano e pepe. 79
Si esce dalla splendida (e affollatissima) sala del Villa Igea a Palermo con l’animo rinfrancato, perché in effetti la qualità dei vini è davvero molto alta e le ingenuità sull’uso dei legni sono sempre più rare. Viene meno anche la presunzione per la quale si pensa che basti scrivere Etna su una bottiglia per venderla bene e a prezzi elevati. Bello perdersi tra vigne, contrade e alberelli e farsi raccontare tante realtà famigliari che si sono buttate, spesso in punta di piedi, nell’impresa di produrre vino prendendo in mano tradizioni secolari.
Ma proprio la qualità e il gran numero di storie aziendali, e la loro complessa realtà parcellizzata, richiederebbero un lavoro (da parte della DOC o di qualche ente che sovraintenda la comunicazione del vino della zona) di mappatura delle vigne, con un raggruppamento almeno per versanti, che faciliti la lettura e renda più semplice al consumatore districarsi nella moltiplicazione irrefrenabile di etichette. Che è entusiasmante, ma rischia di proiettare l’Etna in una nicchia troppo piccola di appassionati e cultori della materia.
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